Baggiovara e Sassuolo, vent’anni dopo: l’eredità di Roberto Rubbiani nella sanità modenese

Le celebrazioni per i vent’anni dell’Ospedale di Baggiovara offrono l’occasione per ricordare la figura di Roberto Rubbiani , protagonista assoluto della trasformazione del sistema sanitario provinciale. Direttore delle aziende sanitarie modenesi dal 1994 al 2006, Rubbiani ha lasciato un’impronta profonda e duratura, contribuendo in maniera decisiva a costruire l’assetto che ancora oggi regge la sanità locale.
La sua carriera a Modena prese avvio con la nomina alla guida del Policlinico di Modena (1994) e, due anni più tardi, dell’Azienda USL provinciale. Furono anni segnati dall’attuazione della riforma sanitaria del 1992, che ridusse da sei a una le unità sanitarie locali, affiancate dal Policlinico. In questo scenario, Rubbiani fu il regista di un processo di consolidamento e innovazione che portò a un sistema più integrato ed efficiente.
Il suo operato trovò concretezza nei Piani Attuativi Locali (1997–1999, aggiornati nel 2001 e 2003–2005) e nel “Progetto attuativo per l’integrazione Policlinico–Baggiovara”, siglato nel 2003.
Tra le iniziative più significative da lui promosse si possono ricordare: la riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale, con la creazione del Presidio Ospedaliero Unico Provinciale secondo il modello a rete (hub & spoke); la digitalizzazione dei servizi diagnostici con la innovazione in radiologia del primo PACS provinciale; il potenziamento della medicina territoriale e delle attività riabilitative; la costruzione della rete di cure palliative; la riforma dei servizi psichiatrici, con l’attivazione di tre SPDC integrati ed i Piani per la Salute , orientati a prevenzione e promozioni stili di vita sani. Senza tralasciare la lungimiranza ed il coraggio di istituire il CEVEAS Centro per la Valutazione della Efficacia dell’Assistenza Sanitaria: agenzia per la sintesi delle migliori evidenze scientifiche e linee guida evidence-based e alla loro diffusione agli specialisti ospedalieri e ai medici di famiglia che divenne riferimento nazionale e centro collaborativo dell’OMS.
Il 2005 fu l’anno decisivo. A gennaio aprì l’ospedale di Sassuolo, nato dalla fusione del vecchio ospedale pubblico con la clinica privata Villa Fiorita: una delle prime sperimentazioni pubblico-private in Italia, rivelatasi un modello di successo. A giugno toccò a Baggiovara , un progetto lungo e complesso, iniziato nel 1993 e finalmente concretizzato grazie alla regia di Rubbiani, che fin dal 1998 aveva avviato il percorso di integrazione tra ASL, Policlinico e Università di Modena e Reggio Emilia. Baggiovara non fu pensato come un semplice ospedale, ma come un centro di innovazione tecnologica e organizzativa: dal laboratorio BLU alla radiologia in rete PRIMO, dal Sistema Informativo Ospedaliero provinciale alla robotica clinica e logistica. Determinante fu anche il metodo di lavoro: Rubbiani organizzò team multidisciplinari, promosse oltre 200 riunioni interaziendali, più di 50 incontri sindacali e momenti di formazione sul campo, coinvolgendo direttamente il personale sanitario, tecnico e amministrativo. Un approccio partecipativo che favorì la nascita di una cultura condivisa e orientata al cambiamento, affiancato all’estrema importanza data alla comunicazione con i cittadini, attraverso l’URP e altri strumenti, come, in occasione dell’apertura di Baggiovara, incontri ed assemblee in tutti i quartieri della Città di Modena e presso varie associazioni accompagnate da una ricca produzione di materiale informativo.
Oggi, a due decenni dall’apertura di Baggiovara e quasi vent’anni dalla conclusione del suo mandato, molte delle intuizioni di Roberto Rubbiani continuano a produrre effetti tangibili in termini di efficienza, equità e qualità.
Per questo, la Conferenza Socio-Sanitaria Provinciale o le stesse Aziende Sanitarie modenesi : AUSL, AOU, Ospedale di Sassuolo potrebbero farsi promotrici di una giornata di studio dedicata a lui: non solo per ricordarne la figura, ma per rinnovare l’impegno verso una sanità pubblica innovativa, collaborativa e al servizio della comunità.
“A sottoscrivere questo appello, un ampio gruppo di professionisti della sanità modenese, tra cui:”– ARTIOLI FABRIZIO – BADIALI ALESSANDRO – BONDI MARCO – BURANI ALDO – CAMAPGNA ANSELMO – CAROLI GIUSEPPE- CASTELLI ANNADELE – CAVALLI MARIO- CECOLI SONIA- CENCETTI STEFANO
DE PALMA ALESSANDRA- FARINETTI MASSIMO- FATTORI GIUSEPPE- GARAGNANI MASSIMO- GHERARDI VALTER- GRANDI GIUSEPPE- LAGANA’ GIUSEPPE- LENZOTTI GIORGIO- LO RUSSO LEO-
MAGRINI NICOLA- MASELLIS GIUSEPPE- MAZZI GIORGIO- MELANDRI FRANCESCO- MISELLI MAURIZIO OLMI RICCARDO- NERI GIOVANNI- PANTALEONI MONICA- PESI TERESA- PIRINI GIAMPIERO
RAGAZZONI RAUL- RANELLUCCI MASSIMILIANO- SANTANGELO MARIO- VACCARI TOTO- VENTURELLI GISELLA- VEZZOSI ANGELO
ZANACCA CLAUDIO-ZANAROLI BRUNO-ZUCCHI LUIGI
Riconoscere oggi quanto è stato fatto è importante, ma ancora più importante è chiedersi che sanità vogliamo domani. Se l’impegno non si affievolisce, allora il lascito di Rubbiani continuerà a essere presente: nelle cure, nelle persone e nella comunità.
