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“Ciao sono tornata”: la forza di Cecilia Sala, giornalista e donna, libera dopo 21 giorni in Iran

Cara Cecilia, questo articolo lo scrivo da donna a donna, da giornalista a giornalista Lo scrivo con il cuore e con gioia per il tuo ritorno a casa, ma anche con il profondo rispetto per il coraggio che hai dimostrato.

 «Ciao, sono tornata.» Quelle parole, pronunciate appena hai messo piede sul suolo italiano, racchiudono un mondo intero: la fatica, il dolore, la speranza e, infine, la libertà. Dopo 21 giorni trascorsi nel terribile carcere di Evin, in Iran, la tua storia non è solo quella di una professionista che stava facendo il proprio lavoro, ma quella di una donna che ha resistito, lottato e trovato la forza di andare avanti. 

Non è facile essere una giornalista oggi, ancor meno quando scegliamo di raccontare storie dai luoghi più difficili del mondo. Tu hai scelto di esserci, di guardare in faccia la realtà e di non voltarti dall’altra parte. Questo non ti rende solo una grande reporter, ma un simbolo per tutte noi: di determinazione, e di passione per la verità. 

Il tuo ritorno è una vittoria, non solo per te e per la tua famiglia, ma anche per tutte noi che, come te, crediamo nel potere delle parole e nell’importanza di raccontare ciò che accade nel mondo, anche quando è scomodo, anche quando fa paura. Dalla tua scarcerazione hai portato con te un messaggio importante: che essere giornaliste significa camminare in equilibrio tra il rischio e il dovere, tra il timore e il coraggio. E tu, in quei 21 giorni, hai dimostrato di saper camminare con coraggio.  

Ora é sconcertante osservare come la cattiveria della gente riesca a prevalere persino nei momenti in cui dovrebbe regnare il sollievo e la gratitudine. Cecilia Sala è tornata, e questo dovrebbe essere un motivo di gioia e di speranza per tutti, a prescindere dalle opinioni personali. Invece, c’è chi sceglie di attaccarti, di denigrarti, di ridurti ad un costo o ad un errore. 

Viviamo in un mondo dove chi rischia la vita per raccontare le storie più difficili viene insultato al momento della sua salvezza. Dovremmo interrogarci profondamente su questa inclinazione al cinismo e al disprezzo: cosa ci resta, come società, se non riusciamo nemmeno a gioire del ritorno a casa di chi ha rischiato tutto per il suo lavoro? 

A Cecilia Sala invece, va tutto il nostro rispetto e la nostra gratitudine. La sua voce è importante, il suo coraggio un esempio, il suo ritorno una vittoria della vita contro l’ombra. Ciao Cecilia Bentornata, io ne sono molto felice.

Lorena Provasi

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