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“Fiducia: la parola che cambia il 2025: il filo invisibile che tiene insieme le nostre relazioni”

In un tempo in cui il mondo corre veloce e le incertezze sembrano moltiplicarsi, l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto “fiducia” come parola dell’anno 2025. Una scelta tutt’altro che casuale: dopo “rispetto”, protagonista del 2024, il nuovo termine porta con sé un significato ancora più profondo, quasi un invito collettivo a riscoprire un valore che oggi appare più che mai necessario.

La fiducia è un gesto silenzioso, ma potente. È uno spazio che si apre tra le persone, un ponte che permette di collaborare, creare, affrontare sfide e costruire futuro. Non è solo un concetto astratto: è una pratica quotidiana, un atteggiamento che genera benessere sociale e organizzativo, capace di trasformare gruppi di individui in comunità, colleghi in squadre, idee in progetti concreti.

È proprio in questo scenario che il libro “Fiducia, altruismo e cooperazione” trova una risonanza sorprendente. Una coincidenza che sa di intuizione, quasi come se il titolo avesse anticipato un bisogno diffuso: quello di riscoprire l’importanza del legame umano, dell’apertura verso l’altro, della capacità di affidarsi e lasciarsi sostenere. Il volume di Guido Zaccarelli mette al centro un messaggio semplice e allo stesso tempo rivoluzionario: la fiducia non è qualcosa che si possiede, ma qualcosa che si costruisce. Nasce dall’altruismo, si alimenta attraverso la cooperazione e diventa una forza generativa capace di migliorare la vita delle persone, delle organizzazioni e della società nel suo complesso.

Un concetto che la Treccani, con la sua scelta, sembra voler confermare e amplificare. In un’immagine simbolica, come quella di un gruppo di amici abbracciato di fronte all’orizzonte, la fiducia prende forma visibile: è vicinanza, è ascolto, è presenza. È la consapevolezza che nessuno cammina davvero da solo.

Il 2025 ci invita quindi a riscoprire questo valore, non come slogan, ma come pratica culturale. Un impegno che riguarda tutti: istituzioni, imprese, scuole, famiglie, singoli individui. Perché fidarsi è difficile, ma quando accade, trasforma. Ed è proprio lì che nasce il cambiamento. Se la parola dell’anno è un faro che indica una direzione, allora fiducia ci ricorda che il futuro si costruisce insieme, un gesto dopo l’altro, una relazione alla volta.

Lorena Provasi

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