IL CASO – COSA SAREBBE ACCADUTO SE AVESSE VINTO IL DUCE?

Se ne parla lunedi 21 luglio a Palazzo dei Principi di Correggio. Ingresso libero
Come sarebbe l’Italia se avesse vinto Lui? Dove quel “Lui” sta ovviamente per Benito Mussolini. Cercheranno di rispondere all’inquietante interrogativo Massimo Storchi, storico e autore del romanzo ucronico “Buon compleanno Duce, anno 50 dell’era fascista” in dialogo con il giornalista e scrittore Marco Truzzi. Appuntamento per la presentazione del libro (edito dalla compagnia editoriale Aliverti) lunedì 21 luglio alle 21 nel cortile di Palazzo Principi a Correggio, con ingresso libero.
1972. Anno Cinquanta dell’Era fascista: fervono i festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario della Marcia su Roma. Mancano un paio di mesi all’ottantanovesimo compleanno di Benito Mussolini che ha lasciato il governo a Marcello Petacci. La Seconda guerra mondiale si è conclusa il 20 aprile 1945 – giorno del compleanno di Hitler – con due bombe atomiche sganciate su Leningrado e Boston e con il trionfo dei nazifascisti. In un’Europa nazificata, l’Inghilterra è l’ultimo baluardo di democrazia e i Romanov sono tornati a Mosca. L’Italia è una potenza politica ed economica per le risorse energetiche delle colonie africane e balcaniche e conserva l’alleanza con la Germania, guidata ancora dall’anziano Führer. A Reggio Emilia, dove le grandi fabbriche Reggiane (di proprietà tedesca Heinkel) informano a loro misura e desiderio la popolazione, si sviluppa la storia di quattro ragazzi all’ultimo anno del Liceo Classico Alessandro Pavolini: Andrea, Bruno, Vince, Patrizia e Stefania, figli dell’alta borghesia cittadina, destinati a un futuro luminoso, fino a quando un incidente in montagna scombinerà le loro vite. «Niente Liberazione, niente Resistenza, solo una servitù sociale protratta per mezzo secolo, incarnata dal corpo di un duce ormai in disarmo ma sempre incombente, sempre temuto più che ammirato», scrive Francesco Filippi nella prefazione. «Massimo Storchi narra una vita che non si snoda “con” il fascismo, ma “nonostante” il fascismo, entrando con bravura in una delle questioni più difficili da spiegare per gli storici, vale a dire la sua quotidianità».