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IL RACCONTO DI ROBERTA DE TOMI

Prosegue la pubblicazione dell’avvincente racconto a puntate che Roberta de Tomi, scrittrice di Concordia sulla Secchia, ha deciso di offrire ai lettori di In- Format. Ecco, dal capitolo 4, un importante momento nella storia a puntate di ROSSO LIBERTY (Le Perle – Milos – PUBME). Buona lettura e alla prossima settimana con Roberta de Tomi!

ROBERTA DE TOMI

ROSSO LIBERTY

(Le Perle – Milos – PUBME)

Dal capitolo 4

Mi piace come cammina, anche se indossa un paio di stivaletti con le punte e i lacci, decisamente fuori moda. Da quando ha iniziato a lavorare al pub, non faccio altro che seguirla con lo sguardo, mentre si destreggia tra la gente, in piedi, all’ingresso, o tra i tavoli della saletta dove solitamente siedo.

Stasera c’è confusione: gli Ireland Viking stanno spianando le chitarre e i violini elettrici, sollevando un putiferio metallico. Mi soffermo sulla barba ramata del cantante. Ha una voce graffiante, mentre il chitarrista si lancia in un assolo travolgente. Poi tocca al violinista che tende le corde verso l’alto.

Gilda sparisce dietro la colonna.

Finisco la birra in un unico sorso, poi resto a fissare l’ampolla vuota. La appoggio sul sottobicchiere con il logo del locale, una bacchetta contornata da alcune stelle e incorniciata in un tondo arzigogolato.

Osservo la colonna, sperando che appaia, con il suo sorriso disarmante e le sue movenze sinuose. Stasera ho notato il rossetto color ciliegia, perfetto sull’incarnato niveo. Il rossetto delle dive, che invoglia ai baci sulla bocca e che mette in risalto sorrisi che illuminano la vita.

Gilda, quando sorride, è la vita. Ti contagia, lo sguardo alto e aperto, gli zigomi evidenti e forti, trasmettendoti un vigore che sembra essere radicato a un evento arcaico.

Dorys, invece, aveva sempre il broncio pronto, con quello sguardo spento dalle mille insicurezze che le vorticano dentro. Aveva rinunciato all’università perché non si sentiva all’altezza. La scusa era l’indipendenza economica, tanto che per tre anni si era tuffata nel magico mondo dei turni. Poi, il responsabile le aveva ventilato la possibilità di una promozione, e lei si era impegnata per ottenerla. Ma alla fine la scelta era ricaduta su un’altra ragazza. E lei aveva dato le dimissioni e si era buttata nel circolo dei lavori precari. In due anni ne aveva cambiati cinque.

Ora lavora come cassiera, nel supermercato sotto casa. Si è guadagnata subito la stima del responsabile. Dorys è efficiente, precisa, garbata con i clienti. Quel lavoro l’ha fatta entrare in una zona di confort che per lo meno l’ha rasserenata. Si sta facendo andare bene quella vita. Anche se potrebbe fare di più.

Alzo lo sguardo verso il bancone e noto di nuovo Gilda. Ha addosso il giubbotto di pelle verde bosco e sta parlando con Merlino. Indica l’ingresso, l’altro fa un cenno con la testa. I Viking suonano una ballade soffusa, io mi soffermo sul suo viso e mi incanto, di nuovo.

Per fortuna che sono solo e nessuno mi punzecchia.

Eppure, anche stasera, il mio pensiero è andato a Dorys, senza che nessuno me la ricordasse

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