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IL RACCONTO DI ROBERTA DE TOMI

Come ogni domenica torna il nostro invito a leggere una pagina tratta da uno dei tanto romanzi di cui è autrice Roberta de Tomi giovane scrittrice concordiese. Quella che vi proponiamo è una pagina tratta dal racconto “L’ANGELO CADUTO DI FEERILANDIA (Saga Edizioni- Cartaceo e Ebooks). Buona lettura!

ROBERTA DE TOMI

“L’ANGELO CADUTO DI FEERILANDIA

(Saga Edizioni- Cartaceo e Ebooks).

Dal capitolo 36

«Non se ne parla, è troppo rischioso.»

«Ma non credi che sarebbe un ottimo modo per entrare in sintonia con Feerilandia?»

Mose non voleva cedere alle sue insistenze, ma Vanessa era allettata dalla proposta della

principessa di una gita fuori porta. Qualcosa suggeriva all’apprendista che fuori dall’antro il

pericolo si stesse allungando come le ombre al tramonto. La piccola testarda, però, non demorse.

«L’ha detto anche Cleos: più conosciamo l’impero, più vi entriamo in sintonia e maggiori

possibilità avremo di potenziare le nostre facoltà.»

La principessa rincarò la dose: «Mose, non essere così severo, non è da te. E poi non hai motivo di

temere per la loro incolumità, dal momento che io sarò al loro fianco».

L’allievo non sapeva più a cosa aggrapparsi. Era evidente che era combattuto tra la fiducia illimitata

nei confronti della principessa e il timore di compromettere i sacrifici del maestro. Sapeva che, se

fosse successo qualcosa, ne avrebbe pagato lui le conseguenze. E ancora prima, le ragazze, che era

chiamato a proteggere.

«Mi dispiace, ma non te lo posso concedere.»

Per un attimo l’espressione pacata e serena della principessa fu offuscata da un ghigno.

«Non fraintendermi, non è la mancanza di fiducia a spingermi a negarti la passeggiata con le

ragazze. Al contrario, vorrei evitare eventuali attacchi che potrebbero vedere coinvolta anche te. La

responsabilità delle ragazze è in mano mia e io non posso tradire la fiducia di Cleos.»

Diande aprì le braccia.

«Bravo! Sei un allievo modello. Vieni qui!»

Lo strinse a sé, posando un bacio sulla fronte. Il capo ricciuto ricadde su una spalla, le membra si

afflosciarono, le gambe penzolarono molli dal corpo della fata.

Vanessa si lanciò in avanti con un: «Che cavolo hai fatto?».

L’amica la afferrò per le braccia e la spinse indietro.

Diande replicò, serafica: «Credo sia un attacco di narcolessia. È ricorrente nei giovani allievi cui

sono affidati incarichi importanti. Sotto stress, poi, scoppiano!».

Morgan prese il corpicino inerte e lo ripose sul giaciglio. Il petto si alzava e abbassava, regolare, il

volto era disteso. Dopo aver tastato il polso e la fronte, fece un cenno a Vanessa.

«Sta bene, per fortuna.»

Sollevate, si rivolsero alla principessa, che le anticipò.

«So già che volete chiedermi il motivo di questo sortilegio, ma la verità è che sono qui per condurvi

al Fulcro della Magia e poi a palazzo. Vi sarà stato detto che si è tenuta un’assemblea per stabilire le

sorti della guerra, vero?»

Annuirono, Vanessa stringendo la mano di Morgan.

«Bene, vi annuncio che si è giunti alla deliberazione.»

Vanessa non stava più nella pelle.

«E allora?»

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