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IL RACCONTO DI ROBERTA DE TOMI – “MELODY LA VESTALE DI INVENTIA”

Nuovo appuntamento con i racconti editi di Roberta de Tomi la scrittrice concordiese che ci regala, ogni domenica su In – Format , una suo lavoro . Quella che vi proponiamo oggi è una pagina tratta da un racconto fantasy che lei ha scritto non molto tempo fa. (t.t.)

BRANO TRATTO DA “MELODY LA VESTALE DI INVENTIA” (DELOS DIGITAL – Collana Fantasy Tale)

Tu sei la creatività. Melody scosse la testa, confusa.– Io sono… quella cosa? Non dire cavolate! Il bambino ondeggiò avanti e indietro.– Ti prego, cerca dentro di te un altro desiderio. Più piccolo. E poi un altro e un altro ancora. E allora scoprirai che ho ragione.

Melody cercò di guardarsi dentro. Quante volte lo aveva fatto? Certo, spesso non le era piaciuto vedere certe immagini. Anzi, dentro si vedeva piuttosto sporca. Come una discarica. Era come se avesse avuto bisogno di uno spazzino per raccogliere tutto. O di uno speleologo che riuscisse a scoprire quello che aveva seppellito. Ecco uno speleologo: lei aveva dentro le caverne. Gallerie interminabili che si dividevano in altre caverne. Roba da impazzirci.

Il Dottore le diceva sempre che sotto le cose brutte c’erano le belle, ma il difficile era spostare le brutte. Per questo esistevano le mappe per le cacce ai tesori. Alla fine, Melody si scosse, rassegnata .Il bambino la incoraggiò: – Devi rilassarti e concentrarti su qualcosa che ti piace. Il desiderio verrà da sé. Come i cioccolatini. Uno tira l’altro. Melody si imbronciò.– Sono allergica alla cioccolata. Il Bambino rilanciò: – I salatini?– C’è il sale!– Per mille centauri! Pensa se si chiamassero dolcini! Si guardarono e risero, poi lui fece un ultimo tentativo: – Un desiderio tira l’altro come le gommose? Melody si illuminò come una lampadina.– Le adoro! Si distese, finalmente.

Scrutò il volto del bambino con curiosità: non l’aveva mai guardato con tanta attenzione. Ora poteva distinguere i lineamenti: occhi neri e saggi, naso leggermente schiacciato, labbra carnose tese in un piccolo sorriso. Quel ragazzino aveva davvero un qualcosa di strano. Un’espressione che sapeva di eternità. Le sembrava giovanissimo ma anche vecchissimo.

Come quella donna. L’infermiera che…– Ci seiiii? Lui la richiamò, lei si sentì frastornata. Era vero che un desiderio tirava l’altro? E tanti desideri, infilati come le perline nel filo di una collana, le avrebbero restituito la memoria? Barcollò tra le spire del vento che si alzò. Le foglie accumulate a terra si sollevarono raccogliendosi in una serie di mulinelli. Si disposero intorno al suo corpo creando un effetto centrifuga frastornante. Tra gli spostamenti notò una coda agitarsi e poi sparire.

Da una parte, Melody avrebbe voluto credere nelle parole del bambino, ma poi subentrava la sua necessità. Riabbracciare i genitori era l’unica soluzione ai suoi problemi, al senso di solitudine che la macerava dentro. Di certo, grazie al loro ritorno, avrebbe ricordato il suo passato. Si sarebbe ritrovata nell’abbraccio di mamma, nel bacio di papà, nei piatti del dopo cena di una sera di autunno.

Quelle sere fresche e umide lasciate fuori dal soggiorno inondato dal calore dei primi fuochi accesi nel caminetto. Quelle sere in cui ritrovarsi davanti a un vecchio film in bianco e nero o a un puzzle.E invece le sue sere erano spesso deserti riempiti da una lettura, dallo sguardo fuori dalla finestra. Era la ricerca dell’abbraccio nel piumone. Era una pagina di diario scritta, dopo aver letto e riletto gli appunti che mamma aveva lasciato. Mamma. Dove sei?

L’appuntamento con Roberta de Tomi è per domenica prossima !

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