IL RACCONTO INEDITO DI ROBERTA DE TOMI

E’ con grande piacere che pubblichiamo la quarta e ultima puntata del racconto inedito di Roberta De Tomi “Un disastro per Giulio” che tanto è stato apprezzato dalle nostre lettrici e dai nostri lettori. Permettetemi un ringraziamento personale all’amica Roberta per questo regalo che ha voluto fare a In- Format. (t.t.)
UN DISASTRO PER GIULIO
di Roberta De Tomi
RACCONTO INEDITO
RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Il genietto del computer Giulio, sospettato di essere il responsabile della scritta apparsa sulla Home del sito web della scuola, viene prima contattato via chat da un utente anonimo e poi, a scuola, viene intercettato da Federica, una delle amiche del bullo Matteo. A sorpresa la ragazzina lo conduce in una stanza disabitata della scuola e gli presenta il misterioso Lord of Web. Il signore intende iniziarlo a quello che accadrà il 31 maggio. Sarà solo “una festa”?
QUARTA E ULTIMA PUNTATA
31 maggio. La sera della festa.
«Qualcuno può accendere le luci?»
Nemmeno il tempo di finire la domanda, che un clic porta luci e musica insieme. Un ritmo incalzante si traduce in un’onda entusiasta. I ragazzi invadono il corridoio, seguendo il gruppetto in avanguardia, che ha aperto i cancelli laterali e poi la porta dell’ingresso principale.
Matteo fa roteare il mazzo metallico, compiaciuto, mentre tutti si scatenano.
Federica gli si affianca, indossa un abitino che lascia poco all’immaginazione.
«Ti vuoi fare… ‘espulgere’ con quell’outfit?» chiede Matteo.
«Si dice espellere e non mi tange.»
«Ma lasciatelo dire. Sei un… wow… da ‘tangare’…»
Cerca di darle un bacio sulla guancia, lei si ritira con uno scatto, facendolo quasi sbilanciare. Lo afferra per le spalle, facendosi circondare dalla folla colorata. Bicchieri di carta bianchi si passano di mano in mano. Drink analcolici, chiacchiere urlate, qualche bacio fugace alle bollicine.
Poi… la musica si spegne in un attimo, resta un brusio, coperto dal fischio di un
microfono.
«Mi sentite?»
Una voce nasale irrompe.
«E questo chi è?» borbotta Matteo.
Rivolgendosi alla sua cotta storica e non ricambiata: «Fede, te sai qualcosa?».
Lei rotea gli occhi, trattenendo un sorriso.
«Piantala con quell’espressione da gnorri» l’apostrofa.
«Non sono una gnorri, sono proprio ignorante della situazione» fa lei, sollevando le spalle con aria innocente.
La voce continua: «Io sono King of Web. E questa è la mia serata. La mia
consacrazione.»
Matteo scatta, i pugni stretti, la bocca a imbuto. «Ma che cav…»
Federica cerca di calmarlo, lui si precipita alla console del dj e afferra il microfono.
«Allora, c’è questo King of ‘Uebbbbb’ che vuole appropriarsi della festa. Ma sappiate che è stata una mia idea. Il master sono io. E le chiavi le ho io!»
Agita il mazzo, esibendolo, tra le grida dei compagni. Esultano e ridono, mentre
Matteo gonfia il petto e continua: «Allora King of Web, fatti vedere. Sempre che tu non sia come quel nerd coniglietto di Giulio. Che sappiamo che è l’autore della scritta.»
«Sei sicuro?»
La voce nasale tuona, questa volta fa quasi paura.
C’è nell’aria qualcosa di pesante. Qualcuno si stringe agli amici.
Il bullo continua: «Guarda, siamo i padroni della scuola, stasera. E per una volta
siamo felici di essere qui.»
«Sei davvero felice, Matteo Rossi?»
La voce lo gela. I ragazzi si guardano intorno. Dal corridoio spunta una figura nero- vestita e incappucciata. È alta e ha spalle larghe. Spalle da adulto.
Il silenzio scende, ghigliottina tutti. Federica nasconde le labbra tese in un sorriso volpino, Matteo cerca conferme che non può avere.
La figura arriva davanti a lui. Si toglie la maschera, tutti lo riconoscono.
«Quindi volevi dare la colpa a…»
Matteo sbianca. «M-ma… cioè, è stato sicuramente Giulio… lui…»
«Ho le chiavi…»
La voce del bullo si diffonde, il preside gli tende la mano.
«Abbiamo registrato tutto grazie a King of Web.»
Matteo lascia le chiavi, bianco in volto. È ormai senza parole, mentre tutti ridono.
Il preside si guarda intorno e indica un punto del corridoio.
«Allora, vi presento il King of Web… Giulio!»
Il silenzio si fa teso, mentre il ragazzo passa tra i compagni. Il preside abbassa il braccio e gli lascia la parola. Lui fa un salto.
«Raga… la festa può continuare!»
La scuola è pervasa da un’esplosione, le urla si fondono di nuovo alla musica.
Federica prende per mano Giulio. Balla con lui, Matteo è ormai un fantasma privo di idee ed emozioni.
Il preside lo tira per la maglia. «Nel mio ufficio. Prego. La festa continua anche per noi. E per quel disastro di Giulio. Perché pensavi fosse un disastro, vero?»
Matteo alza gli occhi al soffitto. Un pezzo di intonaco gli vola tra i capelli piegati per la serata.
«Andiamo nel suo ufficio, meglio.»
FINE