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Il turismo europeo conclude il 2024 con una nota positiva, alimentato da una forte domanda nella bassa stagione

Il turismo europeo ha dimostrato una forte resilienza nell’ultimo trimestre del 2024 nonostante le pressioni economiche, le incertezze geopolitiche, le condizioni meteorologiche avverse e l’evoluzione del comportamento dei consumatori. Gli ultimi dati evidenziano un aumento del 6,3% negli arrivi stranieri rispetto ai livelli del 2019 e un aumento del 6,7% rispetto al 2023. Anche i pernottamenti sono cresciuti del 5,9% rispetto al 2019 e del 4,8% su base annua.

Sebbene le performance di viaggio siano rimaste solide, il rapporto indica che i consumatori stanno sempre più optando per destinazioni con un buon rapporto qualità-prezzo. Ciò è probabilmente dovuto ai maggiori costi di viaggio causati dall’elevata inflazione dei servizi e dall’aumento della domanda di viaggi. L’ultima stima suggerisce che nel 2024 i turisti hanno speso il 7,8% in più in Europa rispetto al 2023, pari a 705 miliardi di euro, con quasi tre quarti della spesa regionale totale guidata dall’Europa occidentale.

I viaggiatori cercano un buon rapporto qualità-prezzo fuori stagione

Le performance del turismo sono più forti sia per gli arrivi che per i pernottamenti rispetto al trimestre precedente, il che suggerisce che i viaggi nella bassa stagione (settembre-ottobre) e nel periodo invernale sono rimasti robusti. Questa tendenza è in linea con la crescente preferenza dei consumatori per i viaggi convenienti, poiché questi mesi offrono in genere prezzi più bassi. Inoltre, le temperature estive estreme in alcune sotto regioni e un minor numero di viaggiatori potrebbero aver influenzato i modelli di viaggio.

L’espansione dell’Europa meridionale si raffredda, mentre l’aurora boreale attira i turisti in Islanda

Dopo un periodo estivo intenso, diverse destinazioni del Sud e del Mediterraneo hanno registrato performance più lente nel Q4, tra cui Portogallo, Serbia, Grecia e Montenegro. Il Montenegro è stata l’unica destinazione a registrare arrivi inferiori rispetto al 2023, con turisti che probabilmente si sono diretti altrove a causa dell’afflusso degli ultimi anni. Serbia, Portogallo e Grecia hanno registrato una crescita indebolita degli arrivi dal Q3, ma sono comunque in notevole aumento rispetto al 2019, rispettivamente del 28,9%, del 17,8% e del 13,7%. Tuttavia, alcune destinazioni del Sud e del Mediterraneo sono riuscite a invertire questa tendenza, tra cui l’Italia, con arrivi in ​​aumento del 5,9% e pernottamenti del 10% in più rispetto alle cifre del 2019.

Fonte :  European Travel Commission

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