Perche’ buona parte della popolazione è infelice sul lavoro?

Se ne è parlato in un seminario
Perchè buona parte della popolazione è infelice sul lavoro? E’ la domanda che si è posto, nella sua ultima giornata di sessione Nobilita, il Festival della cultura del lavoro che si è tenuto nei giorni scorsi a Reggio Emilia- Siamo sicuri – si sono posti come quesito i vari relatori – che è solo legato ad un aumento di poche centinaia di euro nel contratto di lavoro la formula magica della felicità nel lavoro che facciamo? A dare una loro testimonianza un nutrito gruppo di relatori davvero variegata: dai pubblici Ministeri ai sociologi, da affermati imprenditori della Motor valley fino ad arrivare a nuovi blogger.

La testimonianza forse più significativa è giunta da Luigi M. (nessun cognome per ragioni che comprenderete tra pochi istanti). Luigi poco più che trentenne è stato condannato a 12 anni di carcere per reati predatori compiuti quand’era poco più che adolescente. Poca voglia di lavorare e il desiderio di essere un numero “uno”. Furti e rapine lo hanno portato alla fine nel carcere della Dozza di Bologna. Poi una serie di coincidenze positive: una Direzione del carcere sensibile, una Associazione diretta dalla collega giornalista Flavia Filippi della 7, presidente di Seconda Chance che opera nel “recupero” dei carcerati dando agli stessi una seconda opportunità per ritornare in società, gli ha permesso di trovare un impiego in una impresa edile.
“La felicità in un lavoro” – spiega Luigi – “è trovare la mia compagna che crede ancora in me, i colleghi che non mi hanno posto nessun veto e la gioia di potere lavorare.”
“Fino ad adesso” – aggiunge la Filippi – “senza chiedere nulla alle imprese e con l’unico obiettivo di potere investire su queste persone che hanno sbagliato, in pochi mesi, siamo riusciti a rispondere a 560 offerte di lavoro quasi tutte andate a buon fine.”
Al sociologo Domenico De Masi a cui il festival ha voluto tributare un personale omaggio dopo la sua scomparsa nel settembre del 2023, da sempre considerato uno dei padri della Sociologia del lavoro, gli organizzatori hanno voluto rimarcare una sua teoria la quale ricorda “che il lavoro può renderci felici se nella offerta quotidiana della nostra vita riusciamo a crearci almeno uno spazio di trenta minuti tutto per noi.” De Masi lo chiamava Ozio Creativo. Per Giulio Gambino, giornalista, direttore di “The Post Internazionale”, uno di questi ozi “è stato per nove anni, ogni sabato, prendere un caffè a casa di De Masi in Corso Vittorio Emanuele a Roma dove parlavamo un po’ di tutto”
Stefano de Gallo, ricercatore ISMed – Cnr, in un successivo intervento si è soffermato sulla appena trascorsa Festa del lavoro del 1 maggio. Ma si può parlare davvero di una Festa? De Gallo risponde con un libro edito da Il Mulino che dimostra come questa ricorrenza abbia ormai diversi significati in tutto il mondo. In Italia, il primo maggio, oltre ai comizi dei Segretari nazionali, lo associamo al Concertone di Piazza del Popolo a Roma,; a Los Angeles, negli Usa, è un momento di riflessione su come immaginare il futuro mentre in Turchia il Primo maggio ha rappresentato nel 2025 un momento di lotta contro il governo in carica
Una felicità può essere di breve durata. E’ quanto teme Samuele Cornalba. Ha appena 25 anni ma con “Bagai” (Einaudi 2024) ha rappresentato in questi mesi un vera novità nel mondo della narrativa. Siamo al suo primo romanzo in cui narra la storia di Elia, un ragazzo che ha difficoltà nel provare sentimenti. La vicenda si incentra sulla sua vita e sui tentativi di affrontare il dolore e la difficoltà di connettersi con il mondo esterno. La paura di Samuele è questa: sarò ancora in grado di convincere i lettori a continuare a leggermi con un prossimo secondo libro in un mestiere dove tutto ti può cambiare da un momento all’altro?
Un altro intervento è stato quello di Paolo Storace, Pm del Tribunale di Milano, impegnato nelle inchieste che hanno portato al recupero di 434 milioni di euro di Iva evasa. Perchè lo faccio? Risponde alle domande di un collega in cui non nasconde che tutte le volte è come “mettere a rischio la propria vita”. Lo faccio per la gente risponde con convinzione il pm
Altra protagonista della giornata è Sabrina Meli che è stata riconosciuta come la più giovane insegnante di ruolo in Italia. Sabrina ha compiuto da poco 20 anni ed insegna informatica in un Istituto di Cento in provincia di Ferrara. Nel suo lavoro – afferma durante una intervista – ho il timore di perdere la capacità di ascoltare i miei ragazzi che hanno pochi anni in meno rispetto alla loro insegnante
E’ un cognome di peso quello che porta Fabrizio di professione architetto. Il suo cognome fa Giugiaro e porta avanti quanto ha costruito in tanti decenni il padre Giorgetto. E ‘ tornato da alcune settimane da Shanghai, città in Cina, dove si è tenuto il Salone dell’Auto. Fa una previsione: entro cinque anni l’ottanta per cento delle auto che sfrecceranno lungo le strade italiane avranno componenti o saranno di produzione di questo paese asiatico. Le auto che vengono prodotte in Cina “sono belle, funzionanti ed affidabili”.

Tra i tanti interventi anche quella della magistrata Paola De Nicola Travaglino, consigliera della Corte di Cassazione e esperta in materie di violenza domestica e di genere. E’ nota per la sua battaglia per l’uso del femminile nel linguaggio giuridico e per la sua opera di sensibilizzazione sui pregiudizi di genere. In un monologo ha annunciato una nuova battaglia: quella contro le molestie sessuali che la legislazione italiana non ha ancora affrontato ma che colpisce forte come quello della violenza. Le allusioni, lo scambio di foto e commenti in chat d’azienda colpiscono donne di qualunque età fin già dalla adolescenza, (t.t.)
